EmmyBruno
Il Cane di Terranova ha rappresentato da sempre una figura costante nella nostra famiglia. Alla fine dell’’800 lo zio di mio nonno, capitano di bastimenti, nei suoi viaggi sulle coste del Nord America portava sempre con sé il suo Terranova Bor.
Quando si fermava a terra, Bor diventava il compagno di giochi dei bambini di casa, figli e nipoti.
Così il Terranova rimase nell’immaginario e nel cuore di mio nonno e, non appena gli fu possibile, acquistò per i suoi tre figli tre Terranova. Doveva essere uno spasso quando all’ora di pranzo la nonna chiamava “Aldo, Olga, Mina, Uri, Urano, Diana” veder arrivare dagli angoli remoti del giardino i cani che sospingevano o tiravano per la manica i bimbi riluttanti a lasciare i loro giochi.
Naturalmente la passione passò a mia madre, ma negli anni ‘30-’40 i tempi stavano cambiando, persino la SIT (Società Italiana Terranova) aveva chiuso i battenti. Di due cuccioli importati dalla Germania sopravvisse solo la femmina poi, con l’arrivo della seconda guerra mondiale, non fu più possibile averne altri.
Quando nacqui, nel ‘48, in casa c’era solo un piccolo Dandie Dinmont Terrier, che fu il compagno della mia infanzia. Visse a lungo e quando morì io ero ormai cresciuta e potevo pensare ad un cane di grande taglia. Mi piacevano tutti ma mia madre fu irremovibile: in casa nostra non ci sarebbe stato altro cane che un Terranova. Io li conoscevo solo da qualche foto e dai racconti dei miei, mi entusiasmai all’idea ed iniziai a cercarli dappertutto.
Allevamento degli Angeli Neri: Ch Baia, Ch Amanda, Ch Cora, Ch Ethel, Ch Christian
Erano veramente rari e rimasi per ben due anni senza cani. Le ricerche su internet, allora, erano fantascienza e fu l’ENCI che soddisfò il mio desiderio: esisteva un unico allevamento di Terranova in Italia, l’allevamento dell’Agogna di Angela Cipolla a Mortara.
Prendemmo subito contatto: una cucciolata era in arrivo e dopo un po’ il sogno divenne realtà, c’era una cucciola per me. Cora nacque il 19 gennaio 1966 e mi giunse come dono per il mio 18° compleanno: iniziava per me una nuova vita e, anche se non potevo immaginarlo, quella tenera cucciola nera vi avrebbe determinato una svolta decisiva. Ricordo il giorno in cui andammo a prenderla e ringrazio la signora Cipolla che la scelse per me. Fu quello il mio primo vero incontro con i Terranova poiché fino ad allora li avevo conosciuti solamente in fotografia. Rimasi colpita dalla loro maestosa imponenza ma, ancor più, dalla saggezza profonda che animava i loro sguardi.
Cora era figlia di Serio dell’Agogna (da Ch. Neptune of Perryhow) e da Bounty of Sparry importata dall’Inghilterra. Essa rappresentò la mia prima esperienza e fu una fortuna perché, via via che cresceva, andava sempre più rassomigliando a quei campioni che avevo tanto ammirato sui libri. Quante volte lessi e rilessi lo standard per capire, per avere una conferma alle mie speranze. Fu una fortuna, come ho detto, perché ciò permise di formare in me un giusto concetto del tipo: quell’ideale a cui ogni amatore della razza deve tendere, che non deve discostarsi dallo standard e che pure tante volte è così difficile da interpretare. Avere a fianco un esemplare veramente valido rappresenta la miglior condizione possibile.
Incominciai a frequentare le esposizioni e Cora divenne Ch. Italiano e Ch. Internazionale. Partecipare appagava il mio desiderio di incontrare altri soggetti, di studiarne le caratteristiche, di confrontarli, ma erano così pochi i Terranova in quegli anni. Possibile che una razza così bella fosse anche così poco rappresentata? Inconsciamente andava prendendo forma in me l’idea di contribuire alla sua conoscenza e diffusione: l’idea dell’allevamento.
Fu in una di queste mostre che ebbi modo di conoscere il Ch. Int. Svizzero Simbo v. Schwarzen Mutz. Quella volta non fui troppo felice di incontrarlo perché ci portò via il BOB ma, riflettendo, capii che era giusto: le proporzioni della testa, l’armonia del tronco, l’eleganza del movimento e soprattutto il carattere, tutto coincideva. Simbo era veramente un nobile orso buono, sarebbe diventato il compagno di Cora.
Il 12 luglio 1969 nasceva la mia prima cucciolata: Aar, Ascot, Asthom, Astro, Araq, Amanda e Ambra. L’allevamento non esisteva ancora ma volli ugualmente usare per tutti una “A” augurale. Fu una buona cucciolata ed in particolare emersero Ch. It. Int. Aar e Ch. It. Int. Amanda. Aar divenne capostipite di un nuovo allevamento, Amanda invece restò con me: mi aveva scelta. Sin dall’inizio avevo notato in lei una viva attenzione, la volontà di comprendermi, di comunicare. Tra noi nacque qualcosa di speciale: Amanda mi insegnò a lavorare in acqua con lei fornendomi dunque una nuova importante esperienza sui Terranova.
Vivendo con loro imparavo a conoscere sempre meglio il carattere, a studiarne il comportamento. Ciò che vedevo mi affascinava: mai un isterismo, mai una zuffa e, invece, un equilibrio ed una dolcezza infinita. Questi cani erano veramente angeli: il mio allevamento si sarebbe chiamato “degli Angeli Neri”.
L’affisso mi fu ratificato dall’Enci il 15 dicembre 1970: ero ormai legata a filo doppio con i Terranova. L’anno successivo nasceva la lettera “B” la cui rappresentante più nota fu la Ch. It. Baia degli Angeli Neri.
Adesso dovevo pensare ad un bel maschio per Amanda. Non fu difficile, in quegli anni in Svizzera esistevano alcuni dei cani più belli: teste imponenti con splendide cuffie, musi squadrati ma puliti e, soprattutto, un’espressione negli occhi da far sognare. Quegli occhi ti guardavano dentro e ti trasmettevano un senso di pace e sicurezza. Come vorrei che gli allevatori di oggi avessero potuto conoscerli, sarebbe loro più facile comprendere cosa stiamo perdendo.
La scelta cadde su Asso de la Chassotte, eccellente rappresentante di tanta tipicità. Scelsi bene: nacque un solo cucciolo ma tutte le caratteristiche che avevo tanto apprezzato si concentravano in lui. Quel cucciolo enorme, partorito con tanta fatica, rappresentava per me qualcosa di nuovo. La testa, le piccole rughe che solcavano il musetto largo, le zampe robuste, tutto appariva più marcato, come se vi si fosse posto sopra un accento.
Ch Amanda degli Angeli Neri
Fino ad allora non mi aveva mai sfiorato l’idea di tenere anche un maschio, capivo che in una casa come la nostra, dove i cani vivevano liberi senza l’ombra di un recinto, la presenza dei due sessi avrebbe creato non pochi problemi logistici ma… non avevo scelta. Il numero dei Terranova salì a quattro.
Christian mi portò grandi successi, ma la gioia più grande era averlo accanto ogni giorno per studiarne i particolari, le trasformazioni nella crescita, il movimento, le varie espressioni. Inconsapevolmente stavo formando in me il concetto di “Tipo” che coincideva perfettamente con lo standard e che non avrei mai più abbandonato. Christian fu soggetto di punta negli anni 70’ e padre di campioni.
Con la sorella Ethel, nata da una seconda cucciolata di Asso e Amanda, formò una copia vincente. Ethel, diventata anche lei Ch. It. e Int., rappresentava con Christian l’omogeneità del tipo espressa in un giusto dimorfismo sessuale.
Amanda mi avrebbe dato ancora due campioni Hans e Harold, capostipite dell’allevamento “della Venaria Reale”: il padre fu Karel v. Niederburg. Asso non c’era più.
Eravamo negli anni 70’ e si incominciavano a vedere più spesso dei Terranova. Il momento era delicato perché, a fronte delle richieste, mancavano i cuccioli. Sinceramente non me la sentivo di produrre troppo: preferivo produrre bene e poter dare i miei cuccioli alle persone adatte. Un Terranova che non ha la giusta dose d’amore e comprensione è sprecato ed infelice. Non la pensavano così alcuni negozianti che incominciarono ad importare poveri cani con l’aspetto da lupo, talmente diversi da far pensare che potessero derivare da incroci. Diventava importante fare qualcosa di più per difendere la razza: la via era quella di fondare un Club di appassionati che collaborassero per la sua corretta diffusione.
Ch Ethel e Ch Christian degli Angeli Neri
Ch Gulliver degli Angeli Neri
Monza 1977 Gruppo di Allevamento degli Angeli Neri: Bora, Ch Felix, Ginger, Ch Baia, Ch Harold, Ch Ethel, Ch Christian, Daina, Ch Cora, Gregory, Igloo
Nell’ottobre del 1976 fondavo con 42 amatori il Club Italiano del Terranova. Negli anni successivi il numero dei cani crebbe molto rapidamente e con esso il numero dei soci e la molteplicità degli impegni. Il Club si intrecciava a filo doppio con la mia vita: la famiglia, la nascita di mio figlio Andrea, la laurea in veterinaria, le speciali del club, gli articoli, i notiziari, ecc… Devo ringraziare mio marito Adelio che mi è sempre stato accanto occupandosi dei pesanti compiti della segreteria. Questo mi permetteva di dedicarmi a ciò che mi piaceva di più: studiare a fondo la razza e allevare.
La ricerca di nuovi stalloni che portassero il giusto tipo mi indusse a viaggiare all’estero: Francia, Germania, Danimarca, Olanda, Lussemburgo… Nuove linee si aggiunsero al patrimonio genetico dei miei cani ma, studiando le origini, spesso trovavo antenati comuni portatori dei medesimi caratteri morfologici.
Gli anni passavano, i miei primi cani vivevano ormai soltanto nel mio cuore e nei loro discendenti. Nell’’84 ottenni da una figlia di Christian, Suomi, con il Ch. Int. Mond. Erasmus Graf v. Luxemburg una cucciolata particolarmente omogenea, la famosa lettera “Z” in cui comparivano ben cinque campioni: Zenith, Zeder, Zeus, Zingarella, Zelda e, nella cucciolata successiva, ancora due campionesse: Dylis e Debbie.
Con la lettera “Z” completavo il primo alfabeto: era ora di ricominciare.
Ch Dylis degli Angeli Neri
Ch Zelda degli Angeli Neri
1986: Ch Zenith degli Angeli Neri
Ch Zeder degli Angeli Neri
Per la nuova “A” scelsi come padre il Ch. Enrik v. Luxemburg. Tante altre cucciolate seguirono utilizzando sempre le femmine da me prodotte sia con stalloni del mio allevamento, sia con altri stranieri tra cui: Graf v. Luxemburg, Basco v. Zonegge, Laurent v. Hoogven, Blach moon Jazz v. d’Oultremont, già padre di Oliver e Olivia. Avevo importato io stessa Oliver e Olivia v. Wassernach quando, visitando l’allevamento in Germania, avevo notato in una cucciolata molto omogenea questi due bei soggetti. Oliver fu padre di diversi cuccioli anche in altri allevamenti. Olivia divenne campionessa e fu la vincitrice del prestigioso Raduno del Centenario del Club Svizzero.
Le mie scelte erano guidate sempre dall’omogeneità di tipo tra i soggetti che facevo riprodurre, parallelamente allo studio dell’espressione morfologica di antenati e discendenti degli stalloni. Ovviamente la ricerca si estendeva ai dati relativi alla salute ed al carattere.
Negli anni 90’ volli ampliare le mie esperienze anche oltre oceano. Parecchi cani erano stati importati in Europa da Stati Uniti e Canada: alcuni molto belli, altri con alcune caratteristiche meno apprezzabili.
Ch Conrad degli Angeli Neri
Alla Specialty americana in Ohio ebbi modo di conoscere alcuni interessanti soggetti: in particolare mi colpì il Ch. Favorite Son dell’allevamento Pouch Cove. Questo cane, ben noto anche nelle genealogie europee, racchiudeva molti degli aspetti che avevo sempre apprezzato: avrei voluto utilizzarlo ma non fu possibile, tuttavia l’avrei ritrovato nel sangue di un suo pronipote Ch. Main Tickle Dark Knight.
Per tre volte mi recai alle Specialty americane, potei così avere una conferma alle mie ricerche: il Terranova era unico, non aveva senso parlare di un tipo o di un altro tipo e anche gli standards canadese, americano ed europeo descrivevano lo stesso cane. Erano le interpretazioni degli allevatori che, al fine di fissare alcuni connotati a loro graditi, finivano per esasperarli rendendoli eccessivi fino a diventare grotteschi. Ciò che invece la natura aveva selezionato nel Cane di Terranova era un condensato di armonia e funzione. Questo era il punto! Nessuno poteva cambiare a proprio piacimento l’aspetto di una razza: non la moda né il momento storico. I concetti che guidavano l’interpretazione dello standard erano legati al rapporto tra morfologia e funzione ed al controllo delle varianti, laddove l’aspetto di un soggetto richiamasse alla mente le caratteristiche di altre razze (orecchie da Cocker, labbra da Mastino, divergenza da Bracco, torace levrettato, angolatura da Terrier, ecc.). Sentivo il bisogno di fissare questi concetti, di poterli esprimere con disegni e foto.
Nel 1991 usciva il mio libro “Il Cane di Terranova”, poi pubblicato in Germania e Stati Uniti. Nella prima pagina compariva la “Leggenda del Terranova”, scritta nel 1983 in un momento di serenità osservando i miei cani: struttura possente con cranio ampio e tondeggiante, contrapposto ad un muso squadrato come nell’ orso; occhi piccoli, ridenti come quelli dei delfini; lineamenti fluidi come nella foca e, soprattutto, quel loro carattere dolce, attento e sereno. Erano veramente creature speciali.
Nel 1996 fu organizzato a Torino, dal Club Italiano del Terranova, un importante Meeting Internazionale cui parteciparono 20 Nazioni per trattare le problematiche della razza. La mia relazione ”Tipo, standard ed evoluzione”, verteva in particolare sui problemi inerenti il concetto di tipo e la sua variabilità.
Ch Amabel e Ch Antaryamin degli Angeli Neri
In quello stesso anno incominciavo intanto un nuovo alfabeto. Da una figlia di Dilys, Quinberly, unita al Ch. It. Int., Francese Galaxie du Lac Brulée, nascevano Amabel e Antaryamin. Entrambi ottennero il campionato: Antaryamin fu capostipite dell’allevamento omonimo, Amabel produsse per il mio allevamento ottimi cuccioli tra cui Islander.
Nel 2000, da Zeudy e da Main Tickle Dark Knight, pronipote di Favorite Son, nascevano undici bei cuccioli. Tra le numerose femmine tenni per me Gertrud (Trudy). Al momento di farla riprodurre, per lei scelsi un maschio che avevo giudicato in un raduno tedesco a soli 19 mesi attribuendogli il migliore di razza, Zeus Simba v. Felsbachtal. Da questo incontro nacque Margot.
L’unione di Margot e Islander produsse in seguito una cucciolata molto omogenea: tra tutti emerse Quovadis ma parecchi soggetti avrebbero potuto aspirare a dei titoli se i proprietari li avessero esposti. Da un secondo incontro di Margot e Islander nacque Sophie che da Virgil Atra Amor v. Flower Garden avrebbe prodotto Trilly My Treasure, la madre della Ch. Int. Victoria e di Vernon.
Margot degli Angeli Neri
Ch Quovadis degli Angeli Neri
Agosto 2015: Quovadis, Theodore, Uri, Sissi, Trilly, My Treasure degli Angeli Neri
Vernon degli Angeli Neri
Il Multi Ch. Quovadis degli Angeli Neri (Brando) ottenne numerosi successi completando a Lipsia nel 2013 il titolo di Ch. Int. A 10 anni vinceva il Best veterani all’internazionale di Bastia Umbra. In Francia fu padre de La Framboise de La Terre des Ours, per tre anni miglior femmina di Francia ma, soprattutto, fu il padre della mia Uri. Uri degli Angeli Neri, con Philos van de Turfhoeve, divenne madre di Zoe e del Multi Ch. Zenith degli Angeli Neri. Oltre che per i risultati raggiunti ed il titolo di Canpione Riproduttore, questo cane è per un motivo di orgoglio perchè il suo seme è stato utilizzato in Italia, Francia, Germania e Stati Uniti esprimendo in modo incisivo i caratteri del mio allevamento.
Oggi sto percorrendo il quarto alfabeto. Ultimamente Uri, con Ch. It. Antaryamin Denzel Washington, mi ha dato tre belle cucciole: Cerise, Cinderella e Chantal; Cerise, a 17 mesi, è già Ch. Int. Giovani, Ch. San Marino Giovani e Giovane promessa Enci.
Il 7 gennaio 2023 è nata una nuova cucciolata della “D” : Dhalia, Dorothy, Duncan, Denis, Dauphin. La mamma è Roxane Ange Noir de la Terre des Ours, figlia di Zenith e de La Framboise de la Terre des Ours, il padre è Vernon degli Angeli Neri. L’omogeneità di questi cuccioli è per me la conferma che i caratteri voluti sono fissati in loro.
Ch Victoria degli Angeli Neri
Uri degli Angeli Neri e Philos van de Turfhoeve
Multi Ch Zenith e Zoe degli Angeli Neri
Roxane Ange Noir de la Terre des Ours
I cuccioli degli Angeli Neri: cuccioli di Roxane e Vernon, omogeneità di tipo.
Questa carrellata che può forse sembrare troppo rapida e tediosa è il concentrato di un’aspirazione, una corsa nel tempo durata oltre 50 anni. I miei cani rappresentano per me una gioia, non tanto per i loro successi quanto per la certezza, vedendoli, che qualcosa dei primi Angeli Neri vive in loro. Esiste una continuità: alcuni difetti sono stati corretti, alcuni pregi potenziati, ma permane quell’impronta che è l’anima dell’allevamento. Quest’impronta dovrebbe poter trasparire nel maggior numero di prodotti, anche in coloro che non diventano campioni, perché non tutti possono diventare campioni.
Allevare è un atto creativo, una continua conquista, un tendere ad un ideale per suo concetto stesso irraggiungibile: qualche volta ci si avvicina di più, qualche altra un po’ meno, ma l’importante è avere chiara l’idea di ciò che si vuole ottenere. Ha scritto Mauro De Cillis: “Per realizzare un’idea, sia essa un quadro o un cane, bisogna prima avere la capacità di concepirla”. Attorno a quest’idea ho lavorato a lungo, mi sono posta delle critiche, ho studiato, scritto, cercato delle conferme. Nella mia mente c’è un’immagine ben precisa: ho cercato di descriverla ma le parole risuonavano fredde o retoriche. Forse si può solo esprimere in creature vive: nei prodotti dell’allevamento, i miei “Angeli Neri”.